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Tradizioni

Oro di Arezzo

Il prezioso artigianato toscano

La storia descrive gli etruschi come i più eccelsi maestri orafi dell’antichità e colloca in Etruria la nascita e lo sviluppo dell’oreficeria. Loro è una elaborata e raffinata tecnica di lavorazione dell’oro chiamata “granulazione” che prevede la riduzione del prezioso metallo in piccoli granelli; successivamente saldati su una lamina sottile ottengono la forma prestabilita.

La tradizione orafa in provincia di Arezzo, dunque, affonda le sue radici nella civiltà etrusca; svariati i musei della provincia che oggi ospitano le testimonianze della grande manualità orafa di questo popolo, come ad esempio il “MAEC Cortona, Museo dell’Accademia Etrusca”, a Cortona (AR). Qui è possibile seguire il percorso espositivo dedicato alla scoperta dei capolavori della bronzistica etrusca e i corredi ricchi di oro dei tumuli arcaici.

Nel XIV secolo ad Arezzo iniziano a nascere le prime botteghe per la produzione del gioiello. I maestri orafi creano manufatti e gioielli inizialmente su commissione dei signori della zona poi, quando la fama della loro arte giunge fino a Roma, su commissione del papato, specializzandosi nella produzione religiosa. Con l’avvento del ‘900 e il passaggio dalle attività prettamente agricole a quelle industriali nascono tante piccole e medie imprese; i gioielli artigianali di Arezzo diventano asse portante della produzione della provincia insieme alla lavorazione del cuoio e la realizzazione delle calzature.

La svolta avviene nel 1926 quando Carlo Zucchi e Leopoldo Gori creano la UnoAerre, che lascerà un’impronta permanente nella realtà industriale della provincia di Arezzo. Ogni anno, in quella che oggi è considerata la culla dell’arte orafa vengono lavorate circa 230 tonnellate d’oro, quasi la metà delle tonnellate del prezioso metallo importato in Italia, confermando l’immensa centralità della provincia aretina nella realtà artigiana orafa della penisola.