Register
iscriviti gratuitamente ad It's Tuscany, scoprirai gli incantevoli territori della Toscana, i suoi prodotti e le sue tipicità
Privato
Azienda
 Registrami alla newsletter per ricevere offerte sui prodotti e news dai territori
Inviando questo modulo si accosente il trattamento dei dati personali sopra inseriti, per la funzione del servizio richiesto, i dati saranno tutelati in base al d.l. n 196 del 30 giugno 2003 decreto legislativo n. 196 del 30/06/2003
 * Spuntando la casella si accettano i  Termini e condizioni generali  di It's Tuscany

Arezzo

Notizie

Anfiteatro romano di Arezzo: perché visitarlo

Gioielli da ammirare per coloro che si trovano nella città dell’oro

Arezzo è una delle città toscane più affascinanti ma di certo meno note rispetto a luoghi come Firenze, Pisa, Siena e Lucca che con la loro fama forse la oscurano, ingiustamente. Scoprire le bellezze di questa città significa conoscere artisti come Giorgio Vasari e Piero della Francesca che non soltanto ci sono nati ma hanno anche legato a doppio filo la loro vita ad Arezzo e alla sua regione.

Qui pulsa il cuore della Toscana, la sua magia, le sue atmosfere, la sua arte e la sua ben nota gastronomia, lo fa in modo naturale, senza forzature. Il loggiato di Piazza Grande, gli affreschi della Basilica di San Francesco, il Duomo di San Donato, la Casa Museo di Vasari non sono le uniche attrazioni da visitare, ma ce n’è una che più di altre merita l’attenzione dei turisti: l’anfiteatro romano che trova spazio nella parte sud della città, tra via Crispi e via Margaritone.

Costruito nel I secolo d.C. con pietra arenaria e laterizi, riusciva a contenere dalle 8mila alle 10mila persone. Durante i secoli la struttura dell’anfiteatro romano di Arezzo ha pian piano subito inevitabili trasformazioni. 

La prima esplorazione risale al 1914-15, gli scavi però furono sospesi a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, per riprendere poi nel 1926. La sua struttura ha forma ellittica con gradinate su due ordini e con un’arena di grandi dimensioni, tanto da essere seconda soltanto al Colosseo, considerato che misura precisamente 71,9 x 42,7 metri contro i 77 x 46,5 metri dell’anfiteatro più grande del mondo.

 

Anfiteatro e museo archeologico

L’antica storia dell’anfiteatro e la sua importanza hanno portato alla realizzazione del Museo Archeologico di Arezzo che è stato costruito nella parte della struttura che prima ospitava il Convento degli Olivetani. Qui si possono trovare diverse testimonianze provenienti dai vari edifici pubblici, dalle chiese e da altre collezioni private che vennero già riunite in una collezione pubblica. A questa poi furono aggiunti i ritrovamenti degli scavi risalenti all’800 e al 900 che hanno permesso di apprezzare elementi come i vasi in terra sigillata aretina, ma non solo.

Il museo archeologico di Arezzo al suo interno è organizzato su più piani: al pianterreno si trovano la sezione etrusca e quella romana, al primo piano invece le sezioni speciali e le varie collezioni. Non mancano importanti raccolte che riguardano personaggi di spicco in città, tra i quali il Gamurrini e il Funghini che nell’800 movimentarono notevolmente la vita culturale della città toscana.  

L'anfiteatro romano di Arezzo ha subito diversi saccheggi nel corso degli anni e parte del materiale è stato utilizzato per realizzare alcuni edifici religiosi, come il Monastero di San Bernardo realizzato nel XVI secolo nell’emiciclo sud.      

 

Gli elementi architettonici più importanti

Per prima cosa il sito archeologico ha un asse maggiore che misura 121 metri e un asse minore che misura invece 68 metri.

Come già accennato l’anfiteatro è di forma ellittica con gradinate poste su due ordini. Oggi si possono ancora notare la platea e i resti degli ambulacri, cioè i corridoi coperti.  

È ormai praticamente scomparso il portico anche se sono ancora presenti i due accessi principali agli estremi dell’asse longitudinale e i due secondari in corrispondenza dell’asse trasversale.   

Agli ambulacri si imponevano due fasce interrotte dai vomitoria (cioè gli ingressi tipici dei teatri e anfiteatri romani) e da accessi con scale realizzare, alternandosi, intorno all’ellisse. Oggi di queste strutture restano diverse parti ma chiaramente non tutte. Ci sono ancora i resti delle costruzioni della cavea, ma sono completamente scomparse le gradinate.  

La fascia muraria misura 24,7 metri. 

Le volte dei corridoi sono stati realizzate in opus coementicum, cioè in malta mista a coementa che altro non è che pietrame tufaceo o siliceo. Per i rivestimenti murari si utilizza l’opus mixtum che è un mix tra quadrelli disposti in lunghi filari obliqui che prendono il nome di opus reticulatum e file, vittae, di tufelli rettangolari alternate a superfici laterizie che invece prendono il nome di opus vittatum.

Le scale interne sono state realizzate in travertino all’esterno, l’anfiteatro invece è rivestito di arenaria locale.   

Ed è proprio per la sua storia antica che l’anfiteatro romano rappresenta una delle numerose attrazioni da non perdere ad Arezzo, soprattutto per la sua atmosfera e per la magia che ancora oggi si può respirare al suo interno.  

 

Non vediamo l’ora di poter tornare a visitare questi posti magici. Per ora, ci pensiamo noi a farteli conoscere.

#iorestoacasa

#andràtuttobene