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Sagre e sapori

L’arte del pane sciapo

Storia, ricette e cultura del “senza sale”

Scopri la storia e la cultura dell’arte del pane sciapo, il celebre pane toscano “senza sale”. Dalle origini medievali alle ricette tradizionali, un viaggio nel gusto unico di una Toscana autentica. Quando si pensa alla Toscana, viene subito in mente il pane sciapo, l’iconico pane “senza sale” che accompagna ogni piatto tradizionale della regione. Croccante fuori e morbido dentro, è il compagno ideale di zuppe, salumi e formaggi: ma perché in Toscana si è scelto di fare il pane senza sale? La risposta ci porta indietro nel tempo, tra guerre medievali, tasse sul sale e necessità di sopravvivenza.

La tassa sul sale: il contesto storico

L’origine del pane sciapo è legata a un episodio ben preciso: nel XII secolo, Pisa e Firenze erano in conflitto. Pisa, che controllava il commercio del sale, decise di alzare i prezzi, mettendo in difficoltà Firenze e i territori limitrofi. Per reazione – o per necessità – i fiorentini iniziarono a produrre pane senza sale. Da allora questa tradizione è rimasta viva.

Curiosità: Secondo alcuni storici, la scelta fu anche una forma di resistenza politica: non pagare il sale significava non finanziare il nemico.

Oltre al fattore storico, il pane sciapo si integrò perfettamente nella cucina povera toscana, basata sul recupero degli avanzi. La sua mancanza di sale lo rende tuttora perfetto per piatti come la panzanella, la ribollita e la pappa al pomodoro.

Caratteristiche del pane sciapo

L’arte del pane sciapo si basa sulla semplicità: farina di grano tenero, acqua, lievito e tanta pazienza. Nessun grasso, nessun additivo: solo il profumo del grano. Impastato a mano o in impastatrice, il pane viene lasciato lievitare a lungo: la cottura avviene tradizionalmente in forno a legna, che conferisce alla crosta quella nota leggermente affumicata che lo rende unico.

Ricette tradizionali con il pane sciapo

  • Panzanella - Un’insalata di pane estiva, fatta con pane raffermo ammollato in acqua e condito con pomodori, cipolla rossa, basilico, olio extravergine e aceto.
  • Ribollita - La regina delle zuppe invernali: cavolo nero, fagioli cannellini, verdure di stagione e pane sciapo, ribollito il giorno dopo per diventare ancora più buono.
  • Pappa al pomodoro - Pomodori, aglio, olio e pane sciapo creano un piatto confortante, perfetto per le giornate fredde.

Consiglio: il pane sciapo raffermo è ideale per assorbire i sapori, per questo è usato in molte ricette toscane.

Dove assaggiare il vero pane sciapo

In Toscana esistono panifici storici che continuano a produrre il pane sciapo con metodi artigianali. Tra i luoghi più rinomati c’è la zona del Chianti e quella di Siena, inoltre ogni anno, in alcune località come Altopascio, si svolgono sagre dedicate al pane.

Il pane sciapo è più di un semplice alimento: è un simbolo identitario. Rappresenta l’orgoglio di una regione che ha trasformato un obbligo in un’eccellenza gastronomica, anche Dante Alighieri lo cita nella Divina Commedia, quando scrive: “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui”, riferendosi alla nostalgia per il pane sciapo di casa.

Oggi l’arte del pane sciapo è tutelata dal marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta). La sua storia millenaria continua a ispirare chef e panificatori, che sperimentano nuove versioni pur rispettando la ricetta tradizionale: la prossima volta che assaggerai una fetta di pane sciapo, ricorda che stai gustando un pezzo di storia. È il sapore di una Toscana autentica, fatta di semplicità, tradizione e orgoglio.

Photo credits: Tuscany people