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Consigli di viaggio

Gorgona, l’isola del silenzio e della redenzione

Immersa nel mar Tirreno

A circa 37 chilometri da Livorno si trova l’Isola di Gorgona, la più piccola dell’Arcipelago toscano; la più misteriosa e inaccessibile: coperta quasi interamente da macchia mediterranea e protetta da coste alte e frastagliate, Gorgona è un luogo dove la natura ha conservato il suo carattere selvaggio, come una delle sue sorelle, e dove il tempo sembra essersi fermato.

 

Un'isola tra mito, eremiti e prigionia

Il nome Gorgona evoca suggestioni mitologiche: richiama le Gorgoni dell'antichità greca – creature marine, pericolose e pietrificanti, con serpenti al posto dei capelli; l’assonanza ha alimentato leggende locali che parlano di forze misteriose e atmosfere arcane. Secondo alcune tradizioni, l’isola era abitata da spiriti erranti, anime dannate che non potevano lasciare quel lembo di terra.

Già in epoca romana, Gorgona era nota anche come luogo di rifugio; alcune fonti antiche riportano come ospitasse approdi occasionali e forse anche stazioni di pesca e allevamento di murene, come avveniva in altre isole tirreniche. Durante l’Alto Medioevo, divenne un centro monastico: i Benedettini vi fondarono un’abbazia nel IX secolo, in un periodo in cui le isole servivano da luoghi di ritiro spirituale: I resti del monastero, ancora visibili nella vegetazione, raccontano di un tempo in cui la vita era scandita da preghiere, agricoltura e isolamento.

Nel corso dei secoli, Gorgona fu saccheggiata più volte dai pirati saraceni e successivamente passò sotto il dominio della Repubblica di Pisa, quindi sotto Firenze e infine ai Lorena.
Nel 1869, sotto il neonato Regno d’Italia, fu trasformata in colonia penale agricola, da allora, l’isola è sede di una struttura detentiva unica in Europa: un carcere aperto, dove i detenuti vivono in semilibertà e lavorano nei campi, con gli animali o nelle cantine. Oggi, grazie a un progetto avviato nel 2012 con la famiglia Frescobaldi, l’isola produce un vino pregiato – il Gorgona Bianco – frutto del lavoro dei carcerati e simbolo concreto di riscatto e reinserimento.

 

Un ecosistema chiuso e straordinario

Dal punto di vista naturalistico, l’isola di Gorgona è un tesoro ecologico ospitando una biodiversità rara: mufloni, conigli selvatici, numerose specie di uccelli marini e rapaci. Le sue scogliere sono punteggiate da pini, lecci, corbezzoli e lentischi, i fondali marini sono un paradiso per i subacquei, anche se inaccessibili per la maggior parte del pubblico a causa delle restrizioni ambientali e penitenziarie.

 

Visitare Gorgona infatti è possibile solo tramite visite guidate organizzate da agenzie autorizzate, previa approvazione da parte del Ministero della Giustizia. Non è consentito esplorare liberamente l’isola, fare il bagno, pernottare o fotografare molte aree, il tutto per tutelare sia l’ambiente naturale che la sicurezza e la privacy della colonia penale.

 

Un luogo fuori dal tempo

Gorgona è un’isola-simbolo. È isolamento, ma anche possibilità.
Natura, ma anche umanità.
Chi ha la fortuna di mettervi piede viene colpito dal suo silenzio, dalla durezza e bellezza del paesaggio e dalla singolare convivenza tra detenzione e rinascita. 

 

Photo cresits: Il Telegrafo