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Notizie

Quattro quartieri, quattro storie di Firenze

Scopri la loro storia, il significato dei loro nomi e le radici antiche

Firenze è una città che vive di confini invisibili: linee che non separano, ma raccontano. Lo si percepisce camminando tra una piazza e l’altra, attraversando l’Arno, imboccando una via laterale: ogni zona ha un carattere, un ritmo, una voce.
Non è un caso che già dal Medioevo la città fosse divisa in quattro quartieri, ciascuno con un’identità precisa, un colore, una tradizione; oggi quei quartieri non sono solo un retaggio storico: sono comunità vive e sono il cuore del Calcio Storico Fiorentino, simbolo di appartenenza per ogni fiorentino.

I quartieri di Firenze sono:

  • Santa Maria Novella
  • San Giovanni
  • Santa Croce
  • Santo Spirito

Ognuno custodisce un pezzo di storia che vale la pena riscoprire.

Santa Maria Novella
Il nome: un omaggio ai domenicani

Il quartiere prende il nome dalla splendida basilica domenicana di Santa Maria Novella, costruita tra il XIII e il XIV secolo. Il suo nome deriva da una chiesa più antica, chiamata “Santa Maria delle Vigne”, perché la zona era allora ricoperta da vigneti e terreni agricoli.
A partire dal Medioevo, questa parte di Firenze divenne uno snodo fondamentale per i mercanti: qui arrivavano i viaggiatori dalla via Pisana e dalla porta occidentale della città; la presenza della basilica, luogo di predicazione e grande centro culturale, trasformò il quartiere in un polo religioso e artistico.
Nel Rinascimento, Santa Maria Novella fiorì grazie all’opera di artisti come Masaccio, Brunelleschi, Ghirlandaio e Leon Battista Alberti, che ne ridisegnò la facciata creando uno dei capolavori dell’architettura fiorentina.

Oggi è un quartiere dinamico, con un’anima duplice: luogo di arrivo, grazie alla stazione omonima, e zona elegante, attraversata da hotel storici, botteghe, farmacie antiche e profumerie artigianali. Colore del Calcio Storico: Rosso.

San Giovanni
Il nome: nel cuore spirituale della città

San Giovanni prende nome dal Battistero di San Giovanni, una delle costruzioni più antiche di Firenze e da sempre considerato il luogo sacro più importante della città; qui venivano battezzati tutti i fiorentini, inclusi i grandi della storia: Dante Alighieri lo chiamava “il mio bel San Giovanni”.

Questo quartiere rappresenta il centro simbolico, religioso e civico della città; tra Duomo, Campanile di Giotto e Battistero si sviluppò il cuore della vita medievale: corporazioni, mercati, tribunali, celebrazioni pubbliche. San Giovanni era il fulcro dell’identità fiorentina e lo è rimasto nei secoli. Il quartiere custodiva inoltre le sedi di alcune delle più potenti arti fiorentine: l’Arte della Lana, l’Arte di Calimala, l’Arte dei Giudici e Notai.
San Giovanni è il quartiere della monumentalità: una passeggiata qui è una lezione a cielo aperto di storia dell’arte; è il quartiere più visitato, più fotografato e più riconoscibile di Firenze. Colore del Calcio Storico: Verde.

 

Santa Croce
Il nome: la grande basilica francescana

Il quartiere prende nome dalla Basilica di Santa Croce, costruita dai frati francescani a partire dal 1294, su progetto attribuito a Arnolfo di Cambio.
Il nome rimanda alla reliquia della Croce custodita nell’antico convento e al ruolo dei frati nella vita spirituale e civile della città.

Santa Croce è il quartiere degli artigiani, degli intellettuali, dei pensatori. Fin dal Medioevo fu luogo di botteghe, concerie, laboratori di carta, falegnamerie e mestieri manuali; con il Rinascimento, la Basilica diventò il “pantheon” di Firenze: qui riposano Michelangelo, Machiavelli, Alfieri, Foscolo e Galileo (celebrato anche se la Chiesa dell’epoca non concesse la sepoltura diretta).

La grande Piazza Santa Croce fu teatro di riunioni pubbliche, mercati, feste popolari e, ancora oggi, ospita le semifinali del Calcio Storico.

È un quartiere vivissimo: botteghe storiche, cuoio, legatoria, profumi artigianali, ristoranti tipici, piazze luminose e strade che profumano di storia. Colore del Calcio Storico: Azzurro.

Santo Spirito
Il nome: il genio dell’Oltrarno

Il nome deriva dalla Basilica di Santo Spirito, ultima grande opera di Filippo Brunelleschi.
Il quartiere è nell’Oltrarno, “dall’altro lato dell’Arno”: storicamente più popolare, più artigiano, più spontaneo. Santo Spirito è il quartiere dei maestri: falegnami, intagliatori, orafi, restauratori, ma anche dei giardini nascosti e dei palazzi rinascimentali che appaiono all’improvviso dietro un vicolo.
Durante il Rinascimento qui vivevano famiglie nobili e artisti, inclusi personaggi vicini alla corte medicea; Palazzo Pitti e Giardino di Boboli trasformarono la zona in un piccolo “regno” granducale.

Nel tempo, il quartiere ha saputo mantenere un carattere autentico, popolare, con un forte senso di comunità ma rimane il quartiere “artigiano” per eccellenza: laboratori, botteghe d’arte, taverne tradizionali, piazze vissute dai fiorentini più che dai turisti. Colore del Calcio Storico: Bianco.

Perché Firenze ha quattro quartieri?

La divisione in quartieri risale al Medioevo, quando Firenze organizzò il proprio governo civico e territoriale assegnando a ciascuna zona:

  • un gonfalone (simbolo),
  • un esercito di riferimento,
  • regole interne e magistrature,
  • funzioni amministrative.


I quartieri erano fondamentali per:

  • organizzare difesa e milizia,
  • gestire la vita delle arti e corporazioni,
  • distribuire cariche pubbliche,
  • organizzare feste e rituali cittadini.


Il Calcio Storico riprende oggi questa divisione antica, trasformandola in competizione simbolica e celebrazione dell’identità di Firenze.
Oggi i quartieri sono parte della vita quotidiana: ciascuno ha una sua energia e racconta un modo diverso di vivere la città.
Dai frati domenicani ai mercanti medievali, dai maestri artigiani ai grandi intellettuali,
Firenze ha costruito la sua identità attraverso i suoi quartieri; ogni zona è un capitolo a sé, con un nome che custodisce un significato profondo e un passato che continua a vibrare nelle pietre, nelle piazze, nelle basiliche.

Raccontare Firenze attraverso i suoi quartieri significa guardare la città non come un museo, ma come un organismo vivo: quattro anime unite in un’unica storia.