Talamone

Il pesce dietro le quinte

La casa dei pesci di Paolo Fanciulli

Oggi ci prendiamo qualche minuto per farci qualche domanda sulla provenienza del pesce che ci troviamo nel piatto.

Per rispondere possiamo farci aiutare da Paolo Fanciulli, noto nella sua Talamone così come in tutto il mondo semplicemente come Paolo “Il Pescatore”. La sua storia è stata raccontata dalle maggiori testate giornalistiche nazionali, ma anche da testate come il Guardian e il New York Times.

 

Crescendo tra la macchia grossetana e le onde della baia, il sig. Fanciulli ha visto in prima persona come alcune pratiche, specialmente la pesca illegale a strascico, abbiano rovinato l’ambiente marino, quasi svuotandolo dei suoi abitanti e lasciando ai pochi sopravvissuti macerie acquatiche. La rete a strascico è da immaginarsi come un enorme e pesante retino da piscina che, trainato sul fondale marino, può distruggere e asportare in grandi quantità qualsiasi cosa incontri lungo il suo percorso, come coralli e specie marine non commerciali, quali delfini e tartarughe. Questo rende più difficile la proliferazione delle specie, così impoverendo ulteriormente i nostri mari e arrecando danni all’intero pianeta.

Una volta cresciuto, Paolo il Pescatore ha scelto di combattere. L’ha fatto in più modi, per esempio promuovendo e praticando la pesca sostenibile.

 

La rete da pesca artigianale è da immaginarsi come la rete di un campo da tennis, dove un lato è provvisto di piombini e l’altro di galleggianti. Viene calata in mare a una profondità tale da non disturbare il passaggio delle imbarcazioni, e qui rimane per delle ore o per una notte prima d’essere di nuovo salpata sul peschereccio. Durante questo tempo, un numero ragionevole di pesci rimane incastrato nella rete, la cui maglia è più o meno fitta a seconda delle specie che si vogliono pescare: non sono arrecati danni ai fondali, poiché la rete non viene mai spostata.

Inoltre, vengono risparmiate quelle grandi specie marine non commerciali che invece potrebbero essere raccolte con una rete a strascico e, se dovessero pescare altre specie protette o inadatte al consumo, queste vengono liberate dalla rete e ributtate a mare.

Sempre per combattere la pesca a strascico, nel corso delle ultime decadi Paolo ha fatto calare nella baia di Talamone ben 800 blocchi di cemento armato che, oltre a dissuadere i pescherecci illegali, donano più varietà ai fondali così favorendo lo sviluppo dell’ambiente marino.

In anni più recenti ha anche avviato il progetto “La casa dei pesci”, un museo sottomarino di 18 statue di marmo create da artisti affermati quali Emily Young, Giorgio Butini, Massimo Catalani e Aurora Avvantaggiato.  Negli ultimi mesi è uscito un libro omonimo nel quale i giornalisti Ilaria de Bernardis e Marco Santarelli raccontano la storia di Paolo, i ricavati vanno a finanziare il progetto.

 

Come dice Paolo “la sostenibilità inizia a tavola” quindi, se avete il desiderio di diventare consumatori di pesce più consapevoli, vi invito a seguire @PaoloIlPescatore su Instagram e Facebook e a dare un’occhiata al suo sito, dove potete trovare informazioni su come unirvi a lui in una delle cene che organizza presso la propria casa oppure in una vera e propria battuta di pesca artigianale come quella sopra descritta.

 

Martina Bartolozzi

Martina è una travel & food blogger italo-americana nata e cresciuta a Firenze. Passa la maggior parte del suo tempo a viaggiare ed esplorare l’Italia e il mondo, mangiando cibi deliziosi e offrendo consigli su dove trovarli.

Seguitela su Instagram https://www.instagram.com/mementomartina/

 

 

Fonti immagini: copertina Paolo Fanciulli, altre immagini Martina Bartolozzi

 

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