Register
iscriviti gratuitamente ad It's Tuscany, scoprirai gli incantevoli territori della Toscana, i suoi prodotti e le sue tipicità
Privato
Azienda
 Registrami alla newsletter per ricevere offerte sui prodotti e news dai territori
Inviando questo modulo si accosente il trattamento dei dati personali sopra inseriti, per la funzione del servizio richiesto, i dati saranno tutelati in base al d.l. n 196 del 30 giugno 2003 decreto legislativo n. 196 del 30/06/2003
 * Spuntando la casella si accettano i  Termini e condizioni generali  di It's Tuscany

Firenze

Notizie

Gino Bartali, l'atleta e l'uomo

Un ciclista indimenticabile, un uomo dall'animo nobile e un eroe silezioso

Era il 1925 quando, in un borgo alla periferia di Firenze, un undicenne Gino Bartali sale in sella della sua prima bici. Da questo momento ha inizio la storia di un grande uomo, orgogliosamente toscano.

 

Le origini contadine

Bartali, nasce nell’estate del 1914 da una umile famiglia di braccianti. I fratelli Bartali lavoravano sia nei campi che a fianco della madre che realizzava pizzi e ricami per sbarcare il lunario.

Al giovane Gino i genitori regalarono una bicicletta così da permettergli di raggiungere la scuola media, distante dalla loro casa di campagna. Gino, nello stesso periodo, iniziò a lavorare anche in un negozio di biciclette e a 17 anni aveva già vinto la sua prima gara ciclistica. Fu solo il primo dei molti successi del giovane contadino toscano.

 

Il gigante delle montagne

Bartali quindi coltivò la sua passione per il ciclismo sin da giovanissimo e le splendide colline toscane, percorse in lungo e largo con la bici, erano le protagoniste di questo suo grande amore. Nel 1936 vinse il Giro d’Italia, la sua prima gara importante, e la vittoria si ripeté anche per il Giro d'Italia del 1937 e di nuovo nel 1938. Successivamente avrebbe vinto anche tre tappe di montagna consecutive nel Tour de France, una delle più straordinarie imprese nella storia del ciclismo.

Bartali era conosciuto anche come il "Gigante delle Montagne" per via della sua corporatura robusta e per la capacità di condurre la bicicletta , anche nelle strade più difficoltose, senza sforzo. Lo stile di Bartali veniva considerato insolito, era infatti un arrampicatore come pochi, ma in salita preferiva rimanere seduto. Anche il suo carattere era particolare ed era famoso per essere piuttosto vanitoso, senza mezze misure e pessimista.

 

Lo storico rivale

Ma Bartali non era l’unico ciclista italiano ad essere caratterizzato da un temperamento forte. Gino, famoso per essere conservatore e molto religioso si scontrò sempre con Fausto Coppi, il ciclista del nord Italia, amante della vita mondana e laica

Coppi era considerato l'eroe del settentrione industriale, mentre Bartali era venerato dal sud contadino. Le opposizioni non finiscono qua: Bartali era un amante del buon vino rosso toscano e delle lunghe e laute cene, mentre il suo rivale era meticoloso nella dieta e nell'allenamento. Si sapeva che Ginetaccio, dalle gambe muscolose, si divertiva a schernire Coppi per via della sua corporatura esile e lo definiva “magro come un osso di montone".

 

Un lato meno conosciuto

Bartali è indimenticabile anche per via del suo animo nobile e per il suo impegno civile.

Quando il Duce annunciò l’ingresso dell’Italia in guerra, ecco che Gino decise di partecipare alla rete clandestina messa in piedi dall’allora arcivescovo di Firenze. Sono numerose le volte che si è mosso fra l’Umbria e la Toscana, con centinaia di documenti contraffatti ben nascosti nel telaio della bici, così da aiutare nella fuga centinaia di ebrei perseguitati dai nazifascisti.

 

Photo Credits [travelchannel.co.uk]