Firenze

Il successo dell’e-commerce in Italia: stato dell’arte e prospettive di integrazione con l’offline

Sintesi del Rapporto E-Commerce 2018 pubblicato a maggio dalla Casaleggio Associati

Il commercio elettronico in Italia nel 2017 continua a crescere a doppia cifra. Questo il dato principale che emerge dal rapporto annuale sull’e-commerce pubblicato pochi giorni fa dalla Casaleggio Associati. Buone notizia dunque per gli imprenditori che hanno deciso di investire nelle vendite online. E per il 2018? Si prevedono export orientato sempre più verso la Cina e strategia omnicanale. 

Il bilancio del mercato e-commerce 2017: fatturato italiano in crescita

Nel nostro Paese la diffusione dell’online ha raggiunto l’89,9% della popolazione tra gli 11 ed i 74 anni, con la diffusione dello smartphone che ha superato il desktop. Grazie alla costante crescita tecnologica l’e-commerce ha raggiunto nel 2017 un giro d’affari pari a 35,1 miliardi di euro, in aumento dell’ 11% rispetto al 2016. Nella distribuzione del mercato e-commerce, i settori del tempo libero e del turismo continuano a rappresentare la quota più consistente del mercato, generando congiuntamente il 70% del fatturato.  

Il trend positivo italiano è confermato anche dai dati che si riferiscono all’Europa: l’Italia è il paese (insieme all’Olanda) nel quale le vendite online sono cresciute più velocemente negli ultimi 5 anni. L’e-commerce continua a crescere anche nel vecchio continente, facendo segnare un 14% in più nel 2017 rispetto all’anno precedente. I mercati migliori europei per le vendite online sono Regno Unito e Francia, che da soli generano il 70% del fatturato.

A livello mondiale Cina e Stati Uniti confermano la loro posizione di leadership e sommate insieme conquistano il 69,1% dell’e-commerce globale, che vale ben 1.584 miliardi di fatturato. Il miglior mercato mondiale per l’e-commerce è l’area dell’Asia e del Pacifico, in particolare la Cina, che fa registrare da sola 1/5 delle vendite online mondiali nel 2017. 

Conquistare i mercati internazionali con i marketplace

Il baricentro dell’e-commerce si sta spostando verso la Cina, dove oltre il 95% degli utenti fa shopping tramite lo smartphone. L’Italia appare ancora scarsamente preparata per cavalcare il dragone cinese, in quanto solo il 4% delle aziende italiane ha una presenza in Cina, cifra destinata a crescere al 18% entro i prossimi anni. Secondo le previsioni relative ai prossimi 10 anni, le aziende italiane investiranno ancora maggiormente in Europa e negli USA.

Il brand “Made in Italy” si conferma un asset fondamentale per le aziende italiche che vogliono far conoscere i loro prodotti nel mondo: questa leva viene sfruttata da una considerevole percentuale di imprese e fa si che le esportazioni italiane continuino a salire.

Ma quali sono le strategie che i piccoli produttori possono utilizzare per lanciarsi alla conquista dei mercati stranieri? Adattare le proprie infrastrutture tecnologiche al mercato straniero è spesso oneroso in termini di tempo e finanze. La strategia vincente è rappresentata dai marketplace, che si prevede entro il 2028 beneficeranno di una quota di investimento sostanziosa da parte delle imprese italiane. Nei prossimi 10 anni infatti è stimata la crescita dei grandi marketplace mondiali, che guadagneranno terreno a discapito della vendita al dettaglio online. Oltre alle grandi superpotenze dell’online come Amazon, Alibaba ed Ebay, assisteremo anche ad una crescita delle piattaforme verticali di aggregazione territoriale di proporzioni più contenute. 

Previsioni per il 2018 e nuove opportunità per le piccole e medie imprese

Le variabili necessarie per raccogliere le opportunità future sono già chiare. In primis l’integrazione tra retail fisico e digitale. I negozi fisici non moriranno entro i prossimi dieci anni, ma dovranno adeguarsi ad una strategia omnicanale per continuare ad esistere ed essere competitivi.

 

Punti vendita fisici e online dialogheranno sempre di più attraverso uno scambio che va in entrambe le direzioni: l’esperienza di acquisto sarà sempre più integrata tra showrooming (cercare offline e comprare online) e webrooming (cercare online e comprare offline) nella tipologia di campagna drive to store, che incoraggia gli utenti a recarsi nel punto vendita fisico.

In futuro si andrà sempre più verso un’esperienza di acquisto virtuale, che implica una minore ricerca della sensorialità legata al prodotto (need for touch). Oggi chi offre un’esperienza di acquisto sensoriale ha ancora un margine di vantaggio, che tuttavia non è destinato a durare molto: la tecnologia sempre più sofisticata unita alla predisposizione virtuale dalle nuove generazioni è destinata a cambiare i trend di acquisto anche di quei prodotti maggiormente “percettivi” come generi alimentari ed eccellenze artigianali.

Le eccellenze manifatturiere, in quanto pezzi unici che rispondono ad un’ampia esigenza di personalizzazione, sono destinati ad emergere dalla standardizzazione e a diventare nuovi beni di lusso il cui meccanismo di acquisto si focalizzerà sull’unicità intrinseca del prodotto. In un contesto come quello descritto, It’s Tuscany si conferma uno strumento di marketing all’avanguardia e quanto mai in linea con i trend di mercato attuali e futuri. It’s Tuscany  è il marketplace territoriale che valorizza il brand Toscana, legato a doppio filo all’eccellenza del Made in Italy, una vetrina internazionale in grado di supportare le piccole e medie imprese e di aprire loro le porte del commercio elettronico.

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