Collodi

Carlo Collodi

Storia di un genio e del suo rapporto con il territorio pistoiese

Non poteva certo pensare, il fiorentino Carlo Lorenzini, che un suo libro sarebbe stato il testo italiano più venduto nel mondo dopo essere stato tradotto in ben 240 idiomi. Stiamo parlando di Pinocchio e del suo autore Carlo Lorenzini, in arte Carlo Collodi.
 

Un po’ di racconto biografico

                    

Carlo Lorenzini nacque a Firenze il 24 novembre 1826 dal cuoco Domenico Lorenzini e dalla sarta e cameriera Angiolina Orziali.
Domenico Lorenzini era al servizio del marchese Ginori in quel di Firenze mentre sua moglie lavorava sotto la marchesa Garzoni a Collodi, un piccolo paesino vicino Pescia.
Narra Alberto Savinio, nel suo libro Narrate, uomini, la vostra storia, che i due si incontrarono nel giardino di Collodi dove si trovavano a lavorare e che all’improvviso nacque l’amore che li portò ad unirsi in matrimonio.
Sarà stata l’atmosfera quasi fatata della bellissima Villa con i suoi terrazzamenti e la prepotente scalinata, ornata con mosaici ed arricchita da labirinti vegetali, archi, statue di marmo, fontane e da un intrigante ninfeo, ma tra Lorenzini e la Orziali fu un vero colpo di fulmine.
Lei, figlia del fattore che aveva il compito di gestire il podere di Veneri proprio ai confini di Collodi, fu conquistata dal cuoco dei Ginori e accettò di creare una famiglia insieme. Dall’unione nacquero 10 figli e al primogenito fu dato nome Carlo.

Il piccolo fu agevolato negli studi dai marchesi Ginori, che lo aiutarono in modo significativo, anche se Carlo trascorse parte della sua infanzia principalmente presso il nonno materno prima di entrare nel 1837 in un seminario a Colle Val d’Elsa dove rimase fino al 1842 dove, pur non completando gli studi per diventare prete, ebbe una buona istruzione.
Nel 1842 si trasferì a Firenze e per circa tre anni studiò filosofia e retorica in una scuola dei Padri Scolopi. A circa vent’anni il giovane Carlo, che già lavorava per una libreria di Firenze scrivendo commenti per i loro cataloghi, cominciò a pubblicare degli articoli per L’Italia Musicale abbracciando totalmente la professione del giornalista e dello scrittore.

 

La maturità

                    

Carlo Lorenzini scrisse "Le avventure di Pinocchio" quando oramai era uno scrittore conosciuto e con una lunga carriera già alle spalle.
Molti furono i giornali da lui fondati e diretti tra i quali, "Il Lampione" che guardava con simpatia i moti carbonari del ’48 e che venne chiuso per ordine della censura dell’allora Granducato di Toscana (fu riaperto dopo l’annessione al Regno di Sardegna nel 1860).
Lorenzini riuscì a pubblicare qualche anno più tardi il primo libro per bambini: si trattava della traduzione di alcune favole francesi ed intitolato "I racconti delle fate".
L’idea di narrare le storie di un personaggio immaginario, attraverso il quale spiegare le nozioni da imparare, permise la realizzazione di alcuni libri – editi tra il 1877 e il 1890 – per uso scolastico come "Minuzzolo" e "Giannettino".
Fu nel 1881 che Lorenzini fece uscire sul "Giornale per i bambini", il primo episodio di Storia di un burattino, una serie che terminò due anni più tardi e che lo scrittore raccolse in quella che fu la prima edizione de "Le avventure di Pinocchio: storia d'un burattino".

Lo scrittore comunque continuò a pubblicare molte altre brevi storie, sempre per bambini, a testimonianza che neppure lui si stava rendendo conto delle potenzialità del burattino di legno di cui stava narrando le vicende.
Decise di firmarsi Carlo Collodi, prendendo in prestito il nome del paese della mamma.

Nel 1890, quando si trovava a soggiornare presso la casa di suo fratello Paolo a Firenze, Collodi si spense improvvisamente e fu sepolto nella tomba che la famiglia aveva al cimitero monumentale di San Miniato al Monte.
Alla Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze Paolo Lorenzini, fratello di Carlo Collodi, donò molti documenti e carte dello scrittore che sono ancor oggi custodite.

 

Carlo Collodi ed il suo rapporto con il territorio pistoiese

                    

Quando si pensa all’autore di Pinocchio, istintivamente si è portati a coniugare lo stesso con il piccolo paesino, spesso ignorando quale fu oggettivamente il rapporto che esisteva tra lo scrittore e questa frazione di Pescia.

Collodi è un borgo medioevale le cui prime testimonianze risalgono al XII secolo.Il piccolo Carlo, seppur nato a Firenze, visse i suoi primi anni proprio con il nonno materno a Collodi e furono proprio i marchesi a “sponsorizzare” i suoi studi. C’è da sottolineare il fatto che questo cordone ombelicale con Collodi e la nobile Villa Garzoni, non si taglierà mai durante tutto il corso della vita dello scrittore.

In questo verde spazio a pochi chilometri da Pistoia fu ideato nel 1953, per volere dell’allora primo cittadino, un concorso nazionale per realizzare un monumento dedicato al celebre burattino di legno in occasione del 70° anniversario della pubblicazione del primo episodio sul Giornale dei bambini. Assegnato l’incarico, l’idea si sviluppò ulteriormente e tre anni più tardi grazie a delle sovvenzioni pubbliche e private si trovarono i fondi per realizzare un parco totalmente dedicato alle avventure di Pinocchio.
Muretti che riproducono le scene principali della favola, mosaici colorati che indicano il percorso da seguire, siepi che incorniciano statue ed altri elementi che richiamano i personaggi delle avventure del burattino, un rilassante boschetto di lecci e una sorta di specchio d’acqua dove è collocata una installazione fissa a forma di balena, costituiscono uno spazio che non può essere definito come parco di divertimenti, in questo simile al Giardino dei Tarocchi, piuttosto un parco tematico educativo per l’infanzia che si rifà espressamente alla storia per bambini più famosa al mondo.
 

Oggi i visitatori possono anche conoscere il Museo di Pinocchio con la sua Biblioteca Virtuale che è sede di mostre ed eventi dedicati alle letture per ragazzi, oltre che ospitare laboratori per la creazione di burattini. Infine alcune giostre d’epoca sono a disposizione all’interno del parco per i più piccoli.

 

 

fonti immagini: biografie online, turismo letterario, hynerd
 

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